IC 2 BOLOGNA

Scuola Primaria “Adolfo Albertazzi”

Via Berretta Rossa, 15,
40133 BOLOGNA


Cod. Meccanografico: BOEE812024

Telefono: 051311280
Fax: 051311280
Email: boic812001@istruzione.it

Responsabile di plesso: Emilia Agata Giannoccari

 

Un po’ di storia dell’edificio

 

Le prime notizie certe circa l’edificio attualmente sede delle scuole elementari Adolfo Albertazzi risalgono al 1771 e ci provengono dalla documentazione del Catasto, un Ufficio Pubblico che registrava tutti i proprietari delle abitazioni, dei terreni e la loro capacità produttiva.

La villa o “casa di villeggiatura” (così veniva chiamata la residenza fuori porta dei ricchi cittadini borghesi) apparteneva a quel tempo alla marchesa Ercolani Zagnoni ed era circondata da un podere di terra giudicato dai periti in parte buono, in pare mediocre, “arativo, arborato, vitato e casalivo”.

Era cioè da arare e coltivare a grano o “marzatelli” (segale, miglio e altre colture primaverili), con la presenza di alberi (probabilmente gelsi per l’allevamento dei bachi da seta), viti e case (si trattava dell’abitazione del fattore, oggi utilizzata nella scuola come palestra, e di un’altra casa colonica nei pressi della via Emilia).

Un ulteriore piccolo appezzamento, giudicato invece “infimo”, si trovava oltre lo “stradello pubblico che conduceva alla Certosa” (dai primi dell’Ottocento sarà chiamato Berretta Rossa, pare dal colore del copricapo dei biroccianti che abitavano numerosi in quella zona), all’angolo con la “Strada Maestra di San Felice” (la via Emilia), a ridosso di una sorta di argine con dei gelsi.

Qui c’era anche il macero utilizzato per la lavorazione della canapa di tutto il fondo.

Tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento si erano quindi verificati diversi passaggi di proprietà, fino al 1807, quando la tenuta era stata acquistata da Camillo Bassi, ricco possidente con terreni e immobili a Bologna, Bertalia, Calderara e Anzola.

Alla sua morte, avvenuta nel 1842, era stata ereditata dalla moglie e poi dai figli; infine -grazie al matrimonio contratto da una delle figlie, Metilde- nel 1880 era entrata a far parte dei beni della famiglia Aldini.

Cinque anni più tardi veniva acquistata dalla “egregia donzella Mamo Erminia del fu Cavalier Ingegnere Michele” per essere inserita tra i beni da portare in dote al futuro marito (il matrimonio si sarebbe celebrato di lì a poco, il 16 marzo 1885), il Cavalier Antonio Cuzzo Crea, “nativo di Reggio Calabria, possidente”, allora proprietario e direttore del quotidiano bolognese “La Gazzetta dell’Emilia”.

Erminia Borghi Nata a Parigi dal soprano Adelaide Borghi (si racconta che l’avesse data alla luce poche ore dopo avere calcato le scene), Erminia Mamo aveva seguito le orme materne, diventando una apprezzata cantante lirica.

Dai rogiti notarili si possono ricavare ulteriori informazioni sugli edifici: la “casa di villeggiatura” era disposta su due piani e aveva 18 ambienti; la “casa d’affitto” (al di là di via Berretta Rossa, all’angolo “casa con stalla, rimessa a fienile” e con la via Emilia) erano anch’esse a due piani con, rispettivamente, 14 e 15 vani.

Facevano parte dell’acquisto anche tutti i mobili presenti nella villa, “gli arredi sacri della cappella, la vaseria, gli agrumi e il vasellame di cantina”.

 

 

Brochure primaria

 

 

 

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